Intaglio Thai d’argento: l’avventura di Emanuele

“In un mondo di gente tutta uguale, il talento è la nostra diversità.” Raffaele Morelli

Il dono della creatività e il talento per la manualità: se ce l’hai, non importa che tu abbia dieci, trenta o cinquant’anni, prima o poi viene fuori.

Spesso può capitare di appassionarsi ad attività piuttosto particolari e fuori dal comune e di scoprire di possedere un talento che, se ben coltivato, può crescere fino a diventare qualcosa di importante, talmente importante da farti conseguire un riconoscimento mondiale.

Emanuele posa con le sue "creature".

Emanuele posa con le sue “creature”.

E’ la storia di Emanuele Mariani, chef minorese con una passione molto particolare: il Carving, l’intaglio artistico dei vegetali.

Già da qualche tempo il suo talento artistico si era fatto notare, tanto che, dopo aver guardato delle foto sulla sua Pagina facebook , avevamo deciso di fargli qualche domanda e di dedicargli un articolo, per saperne di più e per cercare di promuovere la sua passione per l’intaglio tailandese.

Da quel momento, però, ha fatto un bel po’ di strada, e non solo in senso metaforico!

Emanuele, infatti, ha partecipato insieme ad un altro talento della Costiera, Raimondo Esposito, Pastry Chef, al Culinary World Cup, (la coppa del mondo di cucina) tenutosi in Lussemburgo dal 22 al 26 novembre.

I due ragazzi, nel Team Campania “Terra dei Cuochi”, si sono distinti egregiamente,   ottenendo entrambi l’argento nelle rispettive categorie: “Cucina fredda” per Emanuele, e “Pasticceria artistica” per Raimondo, di cui abbiamo già parlato qui.

Uno degli intagli di Emanuele per il Culinary World Cup.

Uno degli intagli di Emanuele per il Culinary World Cup.

Conoscendo la dedizione e la passione di Emanuele per l’intaglio thai, il successo è meritatissimo e abbiamo deciso di fargli qualche altra domanda, per sapere qualcosa in più sulla competizione e per sentirci più partecipi del suo risultato.

Quando e come nasce l’idea di partecipare al Culinary World Cup 2014? 

L’idea di partecipare al Culinary World Cup nasce quasi per caso: il nostro professore, Clemente Gaeta, ci indirizza verso il Team Campania, spronandoci a partecipare, o, come si suol dire, a farci le ossa. E’ stata la mia primissima volta!

Ci racconti qualcosa della manifestazione? Come si è svolta? In cosa consistevano le sfide individuali?

La manifestazione si è  svolta dal 21 al 26 novembre.

Ogni giorno si affrontavano persone da tutto il mondo, per la precisione 105 Paesi; le gare erano suddivise in categorie: la D2 era la pasticceria artistica, che consisteva in piece di zucchero, cioccolata, pastigliaccio, ecc… La D1, di cui facevo parte, era intaglio su vegetali. Il primo giorno si tenevano sfide singole su piatti freddi  e sfide a squadra regionali e nazionale. Eravamo 1600. Si entrava alle 5 del mattino in fiera ed avevamo 3 ore a disposizione per allestire la postazione; alle otto i responsabili facevano allontanare tutti per dare spazio alla giuria di valutare singolarmente le opere ed i piatti realizzati, alle 10 si apriva al pubblico, alle ore 19 si teneva la cerimonia di premiazione. Migliaia di persone attendevano i risultati: occorreva un punteggio di 60 punti per ottenere il diploma, 70 x il bronzo, 80 per l’argento e  90 /100 per l’oro.

La medaglia d'argento e il diploma di Emanuele

La medaglia d’argento e il diploma di Emanuele

Facevi parte del Team URCC Campania, che ha guadagnato l’argento. Quali piatti ha presentato la squadra della “Terra dei cuochi”? Qual è stato secondo te il punto forte della squadra e quale il punto debole?

Facevo parte di questo team capitanato da Giuseppe Spina. Abbiamo presentato diversi piatti,  dai finger food fino alla pasticceria.

Non vi era un punto debole, perché  la squadra era unita ed affiatata: ci siamo aiutati sempre l’un l’altro. Ho conosciuto ed apprezzato lo chef Ciro de marino, persona umile, dal cuore grande.

Campania Team - La Terra dei Cuochi al Culinary World Cup 22/26 novembre 2014.

Campania Team – La Terra dei Cuochi al Culinary World Cup 22/26 novembre 2014.

Eri in squadra con un altro giovane talento nostrano: Raimondo Esposito, pastry chef. Ci racconti qualche aneddoto curioso su di lui? 

E’ grazie a Raimondo, mio cugino, se ho deciso di partecipare a questa competizione: è lui che mi ha spronato! Raimondo è un ragazzo umile e con grande potenziale!

Una cosa che mi ha colpito di lui è  che dà sempre il massimo quando realizza i suoi lavori e vuole altrettanto dagli altri, per far in modo di raggiungere dei buoni risultati.

Ricordo che dopo aver gareggiato mi sentivo molto stanco, ma lui, infaticabile, mi chiamò  e mi ammonì: “Ora non è il momento di riposare! Vieni ad aiutarmi!”.

Una vera e grande soddisfazione  è stata la scoperta di essere così affiatati…

Tu, Emanuele, hai vinto l’argento nella categoria D1, intaglio Thai. Che scultura hai realizzato? Quanto tempo avevi a disposizione? 

La mia categoria era la D1- intaglio thai.

Ho realizzato 3 diverse sculture con ghirigori vari. Il tempo nn stava dalla mia parte: dalle 16 del 22 novembre ho terminato alle 4 e 30 del mattino successivo, questo per dare un’idea!

E’ stata dura, perché  intagliavo in camera: mentre i colleghi dormivano o andavano in fiera, io dovevo lavorare per terminare i pezzi!

La tua emozione quando sei stato chiamato, durante la premiazione?

Giuro che quando ho sentito il mio nome, le gambe mi tremavano!

Con Girolamo Brescia, 14 volte campione mondiale.

Con Girolamo Brescia, 14 volte campione mondiale.

E quando la giuria ha espresso il valore della medaglia, un boato si è  sentito in sala!

In quel momento ero emozionato ed orgoglioso di me e di questo risultato perché c’è l’ho messa veramente tutta, mi sono costruito da solo e ho fatto mio il consiglio che mi ha dato il 14 volte campione del mondo, Girolamo Brescia, che sotto il palco, dopo la premiazione, mi ha raggiunto e mi ha detto “Goditi questa medaglia fino alla mezzanotte, poi fai finta che non è  successo niente e continua  a lavorare sodo!”.

Abbiamo letto nella precedente intervista, pubblicata sul nostro blog, che la tua passione per il Carving Fruit è nata qualche anno fa, guardando dei colleghi che intagliavano dei limoni. Ci racconti il tuo primo tentativo di intaglio?

Ho ho iniziato 4 anni fa e ricordo che ho incominciato a intagliare su delle patate : se confronto il risultato coi progressi che ho fatto fino ad oggi, posso dire che si trattava di tentativi piuttosto deludenti. Ma la verità è che se non inizi, non riesci mai ad acqusire la tecnica e a farla tua!

Un lavoro di qualche mese fa...

Un lavoro di qualche mese fa…

C’è un errore da evitare, secondo te, quando ci si approccia all’intaglio thailandese? Tu, ad esempio, all’inizio quali errori commettevi più frequentemente?

Gli errori che si commettono all’inizio riguardano soprattutto la doppiezza del taglio, le sbavature, il taglio poco pulito e le imprecisioni: tutte cose che poi si ottengono con il tempo e la pazienza!

Ti è mai venuto in mente di organizzare dei corsi di intaglio Thai in Costiera amalfitana, per avvicinare i più giovani e inesperti a questo settore artistico della cucina? 

Si, proprio grazie a questa esperienza stiamo iniziando ad organizzare dei corsi personalizzati ed ho scoperto che diversi giovani sono interessati.

Spero di poter condividere la mia passione con tutti quelli che sono incuriositi da questa strana arte!

Qual è la richiesta di intaglio più particolare o più complessa che ti è stata fatta (se c’è)? E per quale occasione l’hai realizzata?

Mi è  stata fatta per un matrimonio: in quella composizione cuori, iniziali, rose e bouquet l’hanno fatta da padrona.

Infine, hai una fonte di ispirazione? Un “carver“, un esempio da seguire per raggiungere risultati sempre migliori?

Credo che la mia fonte di ispirazione sta dentro di me, cercare sempre nuovi risultati per stupire (prima di tutto se stessi). Il miglior modo per raggiungere risultati sempre migliori sia credere in se stessi e nelle proprie potenzialità, cercando di dare una propria impronta nell’ambito lavorativo e non solo.

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